domenica 11 settembre 2016

“The Bellamy trial” di Frances Noyes Hart, un libro da (ri)scoprire e il delitto che lo ispirò

In Italia, qualcosa era arrivato da tempo. Nel 1962, Alberto Del Monte (1924-75), filologo e ispanista accademico di alto livello ma anche appassionato di narrativa popolare, scrivendo la sua agile e brillante Breve storia del romanzo poliziesco, dedicò qualche riga a lodare un libro che non era stato mai tradotto, The Bellamy trial, in termini entusiastici. Ci sarebbe stato abbastanza da indurre qualche editore a drizzare le orecchie, ma questo non successe. Sono passati 54 anni da allora e chi vuole leggere The Bellamy trial può farlo solo in lingua originale, scaricandone una copia in pdf dal web (è possibile facilmente su alcuni siti di ebook gratuiti).
Breve storia del romanzo poliziesco, di Alberto Del Monte

L'edizione originale di The Bellamy trial

Un'edizione più recente

Un'immagine dell'autrice, Frances Noyes Hart

E dire che la traduzione non sarebbe nemmeno molto onerosa, dato che l'autrice, figlia di un famoso giornalista e moglie di un noto avvocato, nata nel 1890, è morta nel 1943, quindi i diritti d'autore sono scaduti.
The Bellamy trial, uscito nel 1929, è il primo esempio di romanzo giudiziario moderno. Nella vicenda, è avvenuto un duplice delitto, probabilmente di natura passionale; le indagini poliziesche si sono già svolte e si è arrivati già al dibattimento in tribunale: durante questo, emergono le diverse ricostruzioni di accusa e difesa, ognuna delle quali cerca di imporre una interpretazione delle prove conforme al proprio teorema; ma emergono anche le ragioni e le passioni nascoste dei diversi personaggi, indipendentemente dal ruolo che possono aver avuto nei fatti. L'intreccio si dipana nel giro di otto giorni e il punto di vista dal quale è narrato è quello di due perfetti estranei, un giornalista che segue il processo per mestiere e una ragazza che lo segue per curiosità, i quali finiranno per mettersi insieme alla fine. La cornice del delitto in questione è quella di una ricca comunità della East Coast, in cui tutti conoscono tutti e ognuno nasconde qualche segreto: un po' il mondo di Il grande Gatsby, più volte richiamato dai critici che ne hanno scritto e forse parzialmente ispirato allo stesso fatto vero.
Da The Bellamy trial è stato anche tratto un film, muto, nello stesso anno in cui uscì il libro. Non ha mai avuto un remake, è quasi dimenticato e pressoché introvabile.
Locandina del film The Bellamy trial

La storia vera che ha ispirato il libro è il caso Hall-Mills: che, nella cronaca nera degli anni '20 americani, tenne banco fino al rapimento di Baby Lindbergh (1932), destando il massimo interesse del pubblico.
Questa vicenda comincia il 16 settembre 1922 a New Brunswick, nel New Jersey, quando vengono rinvenuti, stesi uno accanto all'altro in un campo di grano, i corpi di un uomo e di una donna. Lui è Edward Hall, un pastore della Chiesa Episcopale, di 41 anni; lei è Eleanor Mills, una casalinga di 34, madre di due figli, che canta nel coro della stessa chiesa. Entrambi sposati con altri, sono amanti da tempo, ma piuttosto discreti, tanto che la loro relazione non è nota a nessuno.
Le due vittime: Edward Hall (1881-1922) e Eleanor Mills (1888-1922)

Lui è stato ucciso con un colpo alla testa, lei con tre, ed è stata anche sgozzata. La morte risalirebbe al giorno precedente. La disposizione dei corpi, con i piedi rivolti a un albero di melo e le mani disposte in modo che lei tocchi la coscia di lui e lui il collo di lei, è posteriore ai due decessi. Lui è stato anche derubato di portafogli e orologio.
La scena del crimine

Un'immagine dei due corpi

Un'altra immagine dei due corpi
Il rinvenimento dei corpi

Le indagini, all'inizio, non sono particolarmente accurate. La presenza di curiosi che vanno e vengono altera la scena del crimine prima che si possano compiere tutti i rilevamenti. I primi sospetti si appuntano sulla moglie di lui, Frances Stevens, e sui suoi due fratelli maggiori, Henry e William. Frances ha sette anni più del marito, che è arrivato lì dalla natia New York. Henry è un ex tiratore scelto e con la pistola non lo batte nessuno. William è un tipo molto particolare, forse sofferente di una forma lieve di autismo, e possedeva una pistola dello stesso calibro di quella usata per il delitto, anche se questa non viene trovata, mentre le sue impronte digitali sono su un biglietto da visita trovato accanto ai cadaveri. Invece, il marito di Eleanor, che fa il bidello alla locale scuola elementare, appare subito estraneo alla vicenda.
Frances Stevens (1874-1942)

William Stevens (1872-1942)

Non si arriva a nulla e non viene formulata alcuna accusa. Ma la stampa non appare convinta, ed soprattutto la campagna condotta dal New York Daily Mirror, che svela i dubbi di alcuni testimoni vicini alla cerchia degli Stevens, a indurre il governatore del New Jersey, Harry Moore, a far riaprire il caso, nel 1926. Stavolta si arriva al processo, che inizialmente coinvolge anche un cugino degli Stevens, Henry Carpender, la cui posizione è però immediatamente chiarita.
Henry Carpender (1882-1934)

Il processo si apre il 3 novembre 1926 e si consuma nel giro di un mese. Compare una testimone chiave, la signora dei porci (come la chiameranno i giornali), Jane Gibson, un'allevatrice di maiali che vive nei dintorni del luogo del delitto. La Gibson, che è in cattive condizioni di salute (per testimoniare dovrà essere portata in aula su un letto d'ospedale e morirà circa tre anni dopo), accusa chiaramente i tre fratelli ma cambia ripetutamente versione su dei dettagli secondari, favorendo il gioco della difesa. Racconta comunque che, la sera del delitto, il suo cane abbaiava con tale insistenza da indurla ad andare a controllare cosa stesse succedendo. Vide un uomo nel campo di grano e, avvicinatasi per identificarlo, si rese conto che in realtà c'erano quattro persone, davanti al melo. In quel momento, si sentì uno sparo e una delle figure cadde a terra. Poi, una voce femminile gridò tre volte la frase “Non farlo!” e chiamò il nome di “Henry”, si udirono altri spari e una seconda figura cadde a terra. A quel punto, la Gibson si allontanò e tornò a casa.
Il tribunale di New Brunswick

La testimonianza di Jane Gibson (1870-1930)

Una perizia medico-legale presentata al processo sulle ferite riportate da Eleanor Mills

Il verdetto sarà di assoluzione per insufficienza di prove.
Resta in molti il sospetto che gli Stevens, ricchi e ben ammanigliati con la politica locale, avessero in qualche modo orientato il giudizio della corte. Ad ogni buon conto, Frances Stevens fece causa al New York Daily Mirror per diffamazione. In realtà, tutta la stampa newyorkese espresse parecchie perplessità sulla conclusione del processo.
La notizia dell'assoluzione sul Daily News: insieme al fratello e alla sorella, si vede anche Henry Stevens (1869-1939)

I tre fratelli Stevens morirono tutti per cause naturali tra il 1939 e il 1942. Il cugino Henry Carpender, che era più giovane di loro, li aveva già preceduti nel 1934.


William Kunstler, un avvocato che ha riesaminato le carte del caso negli anni '60, ha ipotizzato che dietro il delitto potesse esserci l'ombra del Ku Klux Klan. La critica Sarah Churchwell, in tempi molto più recenti, ha ipotizzato a sua volta che il finale di Il grande Gatsby sia stato ispirato proprio dal caso Hall-Mills. 
Direttamente dal caso Hall-Mills, tra la metà degli anni '20 e i primi anni '30, sono stati tratti altri due film: The Goose Woman e The past of Mary Holmes, mai proposti in Italiano.
Locandina di The Goose Woman

Locandina di The past of Mary Holmes

Nessun commento:

Posta un commento