Un tema sempre poco trattato delle
guerre, riguarda il destino dei prigionieri. Argomento non da poco,
se si pensa che, dopo alcune battaglie, il numero di questi poteva
ammontare a decine di migliaia (90.000 tedeschi dopo Stalingrado, di
cui solo 5.000 tornarono a casa nel dopoguerra). I problemi dati
dall'acquartieramento, l'alimentazione, la disinfezione e il
trasferimento di tanta gente potevano essere enormi, tanto più
quando venivano avviati verso retrovie che si trovavano in aree già
devastate da precedenti combattimenti o bombardamenti.
Il tema generale è dunque di grande
portata e non si può pensare di esaurirlo in un semplice post.
Un aspetto specifico che si può
approfondire con relativa facilità, è invece quello dei rapporti
tra diversi prigionieri che avessero opinioni diverse sulle ragioni e
sull'esito della guerra, in particolare tra quelli tedeschi.
Infatti, un dato che balza subito
all'occhio, controllando la lista delle esecuzioni capitali disposte
dai tribunali militari statunitensi durante la Seconda Guerra
Mondiale, è la presenza di 14 tedeschi, tutti prigionieri, impiccati
a tre riprese durante l'estate del 1945 in seguito all'assassinio di
altri prigionieri tedeschi.
Dietro queste esecuzioni, ci sono delle
storie che meritano senz'altro di essere raccontate.
La prima è quella di Johannes Kunze,
un soldato tedesco nato il 5 marzo 1904 e picchiato a morte da cinque
compagni mentre era detenuto nel campo di prigionia di Camp Tonkawa,
in Oklahoma, un posto in cui i nazisti erano molto attivi tra i prigionieri e si verificavano tentativi di fuga e di rivolta (durante uno di questi, un prigioniero fu ucciso da una guardia). Kunze passava informazioni, relative soprattutto
all'attività di propaganda di alcuni fanatici nazisti presenti tra i
prigionieri, al comando del campo tramite il medico del campo stesso,
cui si rivolgeva accusando ogni sorta di malesseri (entro certi
limiti comprensibili, dato che era ben più anziano della media dei
suoi compagni). Un giorno, però, il solito medico non si presentò
e, al suo posto, Kunze trovò un sostituto che gli rivolse la parola
in tedesco al momento del passaggio del biglietto su cui Kunze
scriveva le sue informazioni, facendo sorgere dei sospetti tra gli
altri tedeschi presenti in sala d'attesa, che pure non avevano visto
passare il biglietto. I tedeschi presero allora a tenere Kunze sotto
controllo, finché uno di essi rinvenne tra le cose di Kunze un
biglietto pronto a essere consegnato al medico, con informazioni sul
conto di alcuni dei più zelanti nazisti tra i prigionieri. La
notizia si diffuse subito per il campo, i nazisti istituirono una
sorta di “tribunale” che condannò il delatore a morte e la notte
del 4 novembre 1943 Kunze fu ucciso a forza di botte da Walther
Beyer, Berthold Seidel, Hans Demme, Hans Schomer e Willi Scholz.
Camp Tonkawa, che si trovava in mezzo a delle fattorie presso le quali i prigionieri lavoravano regolarmente
Prigionieri di Camp Tonkawa impegnati in lavori agricoli
Le autorità del campo affidarono la
conduzione del processo a Leon Jaworski, che in seguito avrebbe fatto
carriera nell'amministrazione giudiziaria fino a diventare il
procuratore speciale nel caso Watergate. Jaworski era un magistrato senza pregiudizi: un anno prima, nell'estate del 1944, aveva istruito il processo contro 43 soldati afro-americani rei di aver ucciso il prigioniero italiano Guglielmo Olivotto durante una rivolta a Fort Lawton, nello Stato di Washington, ottenendo la condanna di 28 di essi (nel 2005, i 28 sono stati riabilitati da una corte marziale postuma perché è stato dimostrato che Olivotto fu ucciso da alcuni membri bianchi della Military Police). Il processo si svolse a Camp
Gruber, vicino Muskogee, sempre in Oklahoma, e si concluse con la
condanna all'impiccagione dei cinque assassini. Le esecuzioni furono
però rinviate per timore di rappresaglie sui prigionieri alleati nel
caso che la notizia si fosse diffusa in Europa.
Un ritratto di Leon Jaworski (1905-82) durante il processo Watergate
Il 10 luglio 1945, terminata la guerra
in Europa, gli assassini di Johannes Kunze furono impiccati a una
forca ricavata dal vano ascensore di un deposito abbandonato. Furono
poi sepolti nel cimitero del carcere militare di Fort Leawenworth,
Kansas, lo stesso in cui si erano svolte le esecuzioni, mentre la
loro vittima è sepolta nel cimitero militare di per prigionieri di
guerra di Fort Reno, in Oklahoma, che ospita altri 70 prigionieri
morti (tutti per ferite di guerra o cause naturali, tranne uno
deceduto per le ustioni riportate in un incidente durante la
detenzione) tra i quali ci sono 6 italiani.
L'ingresso del cimitero militare per prigionieri di guerra (POW) di Fort Reno
La tomba di Johannes Kunze
Panoramica di Fort Reno
Panoramica di Fort Leawenworth
L'ingresso al carcere militare di Fort Leawenworth
L'ingresso al cimitero militare di Fort Leawenworth
Tombe di militari prigionieri al cimitero di Fort Leawenworth
Alla storia di Kunze sono stati
dedicati un saggio di Wilma Parnell uscito nel 1981 e un romanzo di
Vincent Greene uscito nel 1995, entrambi mai tradotti in Italiano.
La copertina del romanzo di Vincent Greene
La copertina del saggio di Wilma Parnell
La seconda storia è quella di Werner
Drechlser, nato a Muhlberg il 17 gennaio 1923. Era un membro
dell'equipaggio di un sommergibile, l'U-118, e fu catturato insieme a
diversi compagni nel 1943, quando il sommergibile fu affondato al
largo delle Azzorre. Drechsler era figlio di un anti-nazista che
aveva trascorso un periodo di detenzione in un campo di
concentramento e non è escluso che si sia offerto lui stesso di
collaborare con le autorità del campo di prigionia di Fort Meade,
nel Maryland, dove era stato rinchiuso con altri marinai e
sommergibilisti. Per alcuni mesi, dopo essere entrato in confidenza
con compagni di prigionia più esperti, passò agli americani molte
informazioni relative alla tecnologia degli U-boote e alle loro
tattiche di guerra.
La scheda di Werner Dreschsler redatta al suo ingresso nel campo di Fort Meade
Per ragioni inspiegabili, ma forse
legate al fatto che i tedeschi cominciavano ad avere qualche sospetto
su di lui, nel marzo 1944, Drechsler fu trasferito al campo di
prigionia di Papago Park, in Arizona, che era il più confortevole
tra quelli in cui erano tenuti i tedeschi catturati (nonostante
questo, nel dicembre del 1944, 25 prigionieri tentarono la fuga e
furono poi ripresi nei giorni precedenti: due di essi furono
catturati mentre cenavano a casa di un funzionario doganale che li
aveva ospitati ignaro di chi fossero, dopo averli visti giocare a
scacchi con un ragazzo gravemente disabile). Purtroppo per lui, il
campo ospitava quasi esclusivamente marinai e sommergibilisti,
compresi alcuni suoi ex compagni dell'U-118 che lo ritenevano un
delatore. Appena fu arrivato, i tedeschi istituirono un tribunale
clandestino che condannò Drechsler a morte. La notte stessa del suo
arrivo, il 12 marzo 1944, fu picchiato selvaggiamente e poi impiccato
a una doccia da 7 uomini: Helmut Fischer, Fritz Franke, Guenther
Kuelsen, Henrich Ludwig, Bernard Reyach, Otto Stengel e Rolf Wizuy.
Il campo di Papago Park in un'immagine d'epoca
I sette assassini di Werner Drechsler
I 25 prigionieri fuggiti da Papago Park nel dicembre 1944
La tomba di Werner Drechsler
Anche questi furono condannati alla
forca e impiccati a Fort Leawenworth, anche se sulla data della loro
esecuzione non tutte le fonti concordano: per alcune è il 28 luglio
1945 ma per la maggior parte è il 25 agosto 1945.
L'ultima storia è quella di Horst
Gunther, nato il 23 settembre 1920, soldato dell'Afrika Korps,
catturato in Tunisia nel maggio 1943 e prigioniero a Camp Aiken, in
South Carolina. Gunther non fu sottoposto ad alcun giudizio da parte
dei compagni di prigionia, ma strangolato da due di essi che agirono
per personale iniziativa, il 6 aprile 1944, sospettando che fosse un
delatore. I due, Erich Gauss e Rudolf Straub, impiccarono poi il
corpo a un albero nel tentativo di far passare la morte di Gunther
per un suicidio, ma furono ugualmente scoperti. Al processo, Straub
si giustificò dicendo che aveva ucciso Gunther perché, come soldato
tedesco, era obbligato a eliminare un traditore, e se non lo avesse
fatto sarebbe stato punito al ritorno in Germania.
Gauss e Straub furono impiccati a Fort
Leawenworth il 14 luglio 1945. Nessuna delle fonti riferisce dove sia
stato sepolto Gunther.
Scene quotidiane a Camp Aiken
Prigionieri ex Afrika Korps utilizzati come manodopera agricola a Camp Aiken
Sembra che gli avvocati dei 14 tedeschi impiccati per questi tre omicidi fossero favorevoli al rinvio delle esecuzioni e contassero sulla grazia presidenziale una volta terminata la guerra. Tuttavia, quando le domande di grazia arrivarono sulla scrivania di Harry Truman, l'opinione pubblica statunitense, sconvolta dalla scoperta dei campi di concentramento, chiedeva che non si usasse nessuna pietà verso i nazisti, e il presidente le respinse senza neppure leggerle.
Nei dintorni di Fort Leawenworth, vivono molti discendenti di emigranti tedeschi giunti lì specie nel XIX secolo. Sebbene tra essi non vi siano mai stati simpatizzanti nazisti, le tombe dei 14 impiccati sono sempre molto ben tenute.
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