L'8 settembre 1900, la prospera città
statunitense di Galveston, situata su un'isola proprio di fronte alla
costa del Texas, fu investita da un uragano che, nei giorni
precedenti, aveva imperversato sul Mar dei Caraibi facendo danni e
vittime. Galveston ne uscì praticamente distrutta, e i morti furono
oltre 8.000 (c'è chi dice addirittura 12.000). E' a tutt'oggi il più
importante disastro naturale nella storia degli Stati Uniti.
Immagini del disastro lasciato dall'uragano di Galveston
La posizione di Galveston di fronte alla costa del Texas
Lo scrittore Erik Larson ha raccontato
questa vicenda in un bellissimo libro, Isaac's Storm, pubblicato nel 2000, ricostruedola
sulla base dei tantissimi documenti redatti sull'argomento da uno
scienziato, Isaac Monroe Cline, che abitava proprio a Galveston e
dirigeva il locale servizio meteorologico. Cline sottostimò la
probabilità che l'uragano potesse toccare Galveston e non diede
nessun allarme al riguardo (con i mezzi di cui disponeva all'epoca,
peraltro, i suoi calcoli dovevano essere per forza molto
approssimativi, quindi non può essere accusato di scarso scrupolo).
Nel disastro, da cui si salvò a stento, perse la moglie, incinta di
8 mesi.
La copertina dell'edizione originale di Isaac's Storm
La traduzione italiana, Il tifone di Galveston
Isaac Monroe Cline (1861-1955)
Erik Larson (1954)
Alla vicenda dell'uragano di Galveston
è legata anche una delle storie più fantasiose diffuse tra gli
adepti del paranormale, periodicamente ripresa anche a distanza di
molti anni (i lettori italiani possono leggere qualcosa al riguardo
in Il triangolo maledetto e altri misteri del mare, di Vincent
Gaddis, e in Il libro dei fatti incredibili ma veri, di Charles
Berlitz), quella della bara di Charles Coghlan e del suo lungo
viaggio attraverso l'Oceano Atlantico.
Una delle edizioni italiane del libro di Berlitz
Una delle edizioni italiane del libro di Gaddis
Charles Francis Coghlan era un attore
molto celebre ai suoi tempi, ammirato non solo per la sua bravura in
scena ma anche per la sua bellezza virile (un biografo lo ha definito
il Tom Selleck dell'epoca vittoriana). Nato a Parigi l'11 giugno 1842
da una buona famiglia irlandese (il padre era un celebre editore che
aveva fatto fortuna con le guide turistiche), lasciò gli studi di
Legge per seguire il richiamo del palcoscenico e, per questo, finì
diseredato. Quest'ultimo dettaglio non dovette avere molta
importanza, visto che per quasi 40 anni Coghlan mieté grandissimi
successi in tutte le numerose opere teatrali che interpretò, da ambo
i lati dell'Oceano. Nella parte finale della sua vita, stabilì la
sua residenza in una proprietà nella Prince Edward Island, un'isola
a Nord della Nova Scotia, in Canada. Nel novembre del 1899, si recò
a Galveston per esibirsi in una commedia che stava portando in
tournée, The Royal Box, ma non riuscì mai a recitare per il
pubblico di quella città. Appena arrivato, la gastrite cronica di
cui soffriva da tempo, si aggravò improvvisamente, costringendolo a
letto nella sua stanza d'albergo. Malgrado le cure dei medici, la
situazione non migliorò e il 27 novembre 1899 Coghlan morì di un
attacco cardiaco.
Tre immagini di Charles Francis Coghlan
Coghlan, dopo una lunga relazione con
l'attrice Louisa Elizabeth Thorn (che gli aveva dato l'unica figlia,
Gertrude) si era sposato nel 1893 con una scultrice di 19 anni, Kuhne
Beveridge. La moglie avrebbe voluto che la salma di Coghlan fosse
riportata alla Prince Edward Island per essere seppellita nel
cimitero vicino casa, ma il trasporto apparve subito complesso e
costoso per cui si preferì optare per la cremazione. L'unico posto
in cui esistesse un forno per farla era però New York, e sorsero
ulteriori difficoltà anche per questo trasferimento. Intanto, la
cassa di legno con le spoglie dell'attore morto restò in un deposito
di Galveston: tutti i cimiteri di Galveston non hanno mai previsto
l'interramento delle bare, dato che scavando la terra anche per anche
un solo metro, si raggiunge subito il livello dell'acqua.
Kuhne Beveridge, vedova di Coghlan
Qui, fu sorpresa dall'uragano dell'8
settembre 1900 e portata via insieme a molte altre.
Per molto tempo, non si seppe più
nulla della bara e del corpo di Charles Coghlan. Poi, nel 1929, il
celebre giornalista e antropologo Robert L. Ripley, autore della
rubrica Believe it or not (Che ci crediate o no) sul New York Globe,
dedicò un pezzo a una storia che aveva appreso sul tema, poi ripreso
anche dal più diffuso Evening Post.
Robert L. Ripley (1890-1949)
La copertina di uno dei tanti libri in cui Ripley ha raccolto gli articoli della sua rubrica
In pratica, secondo quanto riportato da
Ripley, la bara di Coghlan, una volta finita nell'Oceano Atlantico
per effetto dell'uragano, fu trasportata dalle correnti marine fino a
raggiungere, dopo circa 7 anni, le coste della Prince Edward Island,
dove fu raccolta da una barca di pescatori, portata a terra,
riconosciuta e finalmente tumulata nel cimitero locale.
Questa immagine, riportata da diversi siti, dovrebbe raffigurare la bara di Coghlan
La posizione della Prince Edward Island a Nord della Nova Scotia
Ripley citava come fonti due libri
autobiografici scritti da colleghi di Coghlan che lo avevano
conosciuto benissimo da vivo, A player under three reigns di Johnston
Forbes Robertson (considerato uno dei migliori Amleto del XIX secolo)
e The days I knew di Lily Langtry, entrambi pubblicati nel 1925. In
effetti, entrambi riferiscono la storia in questi termini.
Johnston Forbes Robertson (1853-1937)
Lily Langtry (1853-1929): è la stessa attrice (interpretata da Ava Gardner) di cui è platonicamente innamorato il "giudice" Roy Bean (Paul Newman) nel film L'uomo dai sette capestri di John Huston
Da quel momento in poi, gli
appassionati di paranormale, ma non solo, si impossessarono della
storia e la arricchirono di dettagli più o meno fantasiosi, di solito industriandosi a dimostrare come la vicenda stessa fosse materialmente possibile, interpretando piuttosto disinvoltamente i meccanismi della Corrente del Golfo.
L'andamento delle correnti marine atlantiche
L'andamento della Corrente del Golfo nella zona della Prince Edward Island
In molti
siti che la trattano, è infatti riportato sia che Coghlan era nato
nella Prince Edward Island, sia che morì colpito da infarto sulla
scena mentre stava recitando: due enormi inesattezze. Altri riportano
una teoria per cui, in realtà, al momento dell'uragano, la bara di
Coghlan non si trovava a Galveston, perché era stata già spedita a
New York in treno, ma era andata distrutta nell'incendio che aveva
distrutto il treno stesso.
La verità, secondo quanto appare da
ricostruzioni moderne, è che la bara di Coghlan fu effettivamente
ritrovata da un gruppo di cacciatori circa 7 anni dopo l'uragano, ma
in una palude sulla costa continentale texana, a non più di 9 miglia
da Galveston.
Restano però degli interrogativi cui
non è stato ancora possibile rispondere: che fine fece, questa bara?
Dove è stata successivamente sepolta? Le domande non sono oziose, se
si pensa che la famiglia di Coghlan aveva offerto un premio in denaro
a chiunque l'avesse ritrovata.
Eppure, quando l'Evening Post pubblicò
nel 1929 l'articolo di Ripley, la figlia Gertrude e suo marito
Auguste Pitou, che era l'ex manager di Coghlan, contattarono il
giornale per ricevere dettagli sulla storia, come se non sapessero
che fine avessero fatto le spoglie del loro congiunto.
Getrude Coghlan (1876-1952), figlia dell'attore e anch'essa attrice
Del resto, per quanto ci si impegni a
battere il web alla ricerca di notizie, non si riesce a scoprire dove
sia stato sepolto Coghlan, né si trovano immagini della sua tomba,
mentre ve ne sono a iosa di altri Coghlan molto meno celebri.
Dunque, Charles Coghlan, dove è stato
sepolto?
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