Negli anni '80, per ragioni sia
anagrafiche (l'invecchiamento o la scomparsa di alcune vecchie firme)
sia storiche (è il periodo dell'edonismo reaganiano, con tutto il
suo corollario di soldi facili e morale cinica al massimo grado), il
mondo del romanzo giallo americano subisce una trasformazione
vistosa.
Il decennio precedente era stato
soprattutto quello degli anti-eroi e degli investigatori in
difficoltà, pieni di dubbi e scrupoli davanti a una serie di delitti
la cui responsabilità andava spesso spartita tra il diretto
esecutore e la società per intero. In questo decennio, si accentua
la distanza tra i privilegiati e gli esclusi, e cambia anche il punto
di vista nei riguardi dei delitti: che o riguardano dei poveracci e
sono quindi visti con un certo distacco, o maturano in contesti
benestanti e di grandi prospettive e mostrano dunque come la massima
libertà del singolo possa essere raggiunta solo a scapito
dell'interesse di qualcun altro.
Tra gli autori già in attività, la
gran parte si adegua alla nuova tendenza, mentre questa si afferma
attraverso l'esplosione di altri autori più giovani, molti dei quali
sono oggi ancora in attività.
Si affermano in modo evidente le serie
di romanzi che hanno al centro sempre le stesse figure principali,
più ancora di come non avvenisse nei decenni precedenti. Tra queste
figure di detective, alcune delle quali protagoniste ancora oggi di
romanzi di successo, spicca per originalità e qualità una meteora,
protagonista di due soli romanzi usciti tra il 1987 e il 1989: Sabina
Swift, creata dalla giornalista e psicologa Dorothy Sucher.
Dorothy Sucher negli anni '90
Fortunatamente, entrambi i romanzi con
Sabina Swift, Dead men don't give seminars e Dead men don't marry,
sono stati proposti in Italiano nel Giallo Mondadori tra il 1989 e il
1990, con i titoli Morte di un Nobel e Nozze fatali.
La cornice in cui si svolgono le
vicende delle due storie è quella alto-borghese, ma tutt'altro che
snob. La protagonista, Sabina Swift, è una donna di mezza età ma
molto attraente, di origini modeste e pochi studi, ma dotata di una
insaziabile curiosità e quindi di una vasta cultura da autodidatta,
oltre che di un carattere molto deciso e combattivo. Potrebbe
condurre una vita comoda e tranquilla accanto al marito Bruno
Herschel, un fisico che dirige un importante dipartimento
universitario nella zona di Washington D.C., ma non ha nessuna
intenzione di dedicarsi ai giochi di carte e alle chiacchiere con le
amiche all'ora del té e del pasticcini, anche se ama molto il
giardinaggio ed è una discreta pittrice dilettante, e quindi ha
aperto un'agenzia investigativa che dirige con piglio virile.
Le storie sono narrate in prima persona
dal suo principale dipendente, Victor Newman, uno psicologo non
ancora trentenne che ha mollato la professione perché durante il
periodo di tirocinio ha scoperto di non esserci portato. Tra i due ci
sono meno di venti anni di differenza ma il rapporto è sicuramente
del genere madre/figlio, anche perché Sabina non ha figli propri e
Victor ha perso i genitori. Sebbene Victor non perda occasione per
magnificare l'avvenenza fisica e l'eleganza di Sabina (che più volte
proverà quanto siano scomodi gli abiti attillati e i tacchi a spillo
quando si è in pericolo, ma non per questo smetterà di portarli), i
suoi complimenti sono sempre gentili e casti, al punto da far sorgere
nel lettore il dubbio che Victor sia gay (alla conclusione del
secondo romanzo, tuttavia, avrà una storia importante con una
cliente, Donna MacNiece). Victor è il braccio armato di Sabina,
quello che fa sempre il lavoro di ramazza e poi le porta i dati che
lei elabora in ipotesi su cui continuare a lavorare. Tuttavia, ogni
volta che un'indagine entra nel vivo, Sabina affianca il suo braccio
destro, impegnandosi senza risparmio.
Morte di un Nobel comincia con Sabina
che accompagna in Vermont il marito invitato a un congresso di Fisica
e si porta dietro anche Victor. Nell'hotel di lusso sul Lake
Champlain tutto sembra andare bene ma, durante in ricevimento, uno
scienziato appena insignito del premio Nobel, Hervé Moore-Gann,
muore improvvisamente. Quasi subito, appare evidente che è stato
avvelenato. Mentre la polizia di Burlington comandata dal capitano
Wayne Eaken svolge le indagini ufficiali, Sabina e Victor ne svolgono
altre per proprio conto. Tutti gli indizi sembrano puntare su un
altro scienziato, Saul Sachs, che ha condiviso il premio Nobel con
Moore-Gann. Tanto che a Sabina e Victor viene il sospetto che
qualcuno voglia incastrarlo. I fatti, dopo una serie di colpi di
scena piuttosto imprevedibili, daranno loro ragione.
L'edizione originale di Dead men don't give seminars
La versione italiana, Morte di un Nobel
Decisamente più ingarbugliato, anche
se un po' più breve, il secondo romanzo, Nozze Fatali. Comincia
quando Victor, tornando da un viaggio in Alaska, trova sulla
segreteria telefonica un messaggio da parte di una carissima amica,
Fran O'Connell, con cui questa lo invita al suo matrimonio. Tuttavia,
quando Victor ascolta il messaggio, il matrimonio si è già
celebrato. Non solo: subito dopo, Fran è morta, investita da un
treno a un passaggio a livello. Victor si precipita dal vedovo, Keith
Browdy, che gli sembra subito un tipo piuttosto ripugnante. Poco
dopo, l'uomo scompare e non si sa che fine abbia fatto. La polizia,
cui Victor si è subito rivolto, continua a sostenere che Fran è
morta in un incidente e che non c'è nulla di sospetto nella
scomparsa di Browdy. Dopo qualche tempo, però, all'agenzia di Sabina
Swift si presenta una giovane signora, Donna McNiece, che non è
convinta delle circostanza della morte di sua sorella, travolta da un
treno a un passaggio a livello dopo aver sposato un uomo che poi è
scomparso. A questo punto, convinti che dietro entrambe le morti ci
sia la stessa persona, Sabina e Victor si mettono alla ricerca del
sedicente Keith Browdy. Ovviamente, anche stavolta hanno visto giusto
e anche stavolta i colpi di scena si sprecheranno.
L'edizione originale di Dead men don't marry
La versione italiana, Nozze Fatali
E' un vero peccato che, dopo queste due
riuscitissime opere, capaci di mettere insieme un ottimo successo di
pubblico con favorevolissimi giudizi critici, Dorothy Sucher non
abbia scritto altri gialli.
Ma chi era, Dorothy Sucher?
Le biografie raccontano di una donna
nata con il nome di Dorothy Glassman a Brooklyn, il 18 maggio 1933,
B.A. in Letteratura Inglese nel 1954 e M.A. in Psicologia nel 1975,
sposata dal 1952 con Joseph Sucher, docente universitario di Fisica,
madre di due figli.
Nella seconda metà degli anni '60,
mentre faceva la giornalista e scriveva sul Greenbelt News Review di
Greenbelt, Maryland, finì suo malgrado al centro di un importante
caso giudiziario.
Era il 1965 quando, seguendo una
riunione del Consiglio Comunale di Greenbelt, si trovò a
testimoniare le dichiarazioni di uno speculatore immobiliare, tale
Charles Bresler, dal quale il Consiglio voleva acquistare un terreno
per costruirci una scuola. Bresler, nonostante l'ottima offerta
economica del Consiglio, faceva storie e pretendeva, in cambio del
proprio assenso alla transazione, che il Consiglio apportasse due
modifiche al piano regolatore cittadino, entrambe a suo vantaggio.
Il giorno dopo, la Sucher, riportando
le impressioni e le dichiarazioni dei presenti, scrisse che
l'atteggiamento di Bresler verso la comunità era stato
“ricattatorio”. Bresler se ne risentì e la citò in Tribunale
per diffamazione. La Sucher perse la causa e fu condannata a pagare
17.500 dollari di risarcimento a Bresler, pena poi confermata in
Appello.
Ma, nel 1970, portato alla Corte
Suprema degli Usa, il verdetto fu completamente ribaltato. La Corte
stabilì infatti che le espressioni usate dalla Sucher erano
“iperboli retoriche” e, come tali, non avevano nulla di
diffamatorio, perché non rappresentano vere accuse. Con questa
decisione, i giudici vollero tutelare la libertà di informazione,
che in quel periodo era minacciata dal continuo ricorso alle vie
legali ogni volta che qualche giornalista si permetteva di andare un
minimo oltre la scarna cronaca dei fatti. Infatti, questa sentenza è
uno dei capisaldi della libertà di stampa negli States.
La Sucher cominciò a scrivere anche un
libro su questa vicenda, ma smise di occuparsene quando si rese conto
che non interessava a nessun editore.
Tre immagini aeree di Greenbelt scattate nel 1937, 1938 e 1941. La località è stata il teatro delle prime sperimentazioni urbanistiche delle "città giardino" progettate durante il New Deal di Roosevelt, per costruire quartieri residenziali confortevoli ma a prezzo accessibile
In seguito, è stata insegnante di
scrittura creativa presso diverse università del Maryland, ha
fondato e diretto associazioni culturali e scritto un interessante
libro di giardinaggio, The invisible garden, basato su una sua
personale esperienza di trasformazione di una casa diroccata vicino a
un ruscello in una elegante villa con giardino.
L'edizione originale di The invisible garden
E' morta nella sua casa di Silver
Spring, sempre in Maryland, il 22 agosto 2010, per le conseguenze di
un tumore alla tiroide.
Peccato!
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