La recente scomparsa di Charles Manson
ha riportato sulle pagine dei giornali gli spaventosi delitti di cui
si resero responsabili gli adepti della sua “famiglia” alla fine
degli anni '60.
La Giustizia ha avuto la mano
pesantissima sui diretti responsabili di quei crimini. Non solo
Manson, ma anche tutti gli esecutori materiali delle stragi (in gran
parte giovani donne), da allora, non sono più usciti di galera e una
(Susan Atkins) vi è anche morta, a 61 anni, nel 2009.
La “famiglia” di Manson comprendeva
però anche altri elementi, che non furono coinvolti direttamente nei
crimini e di conseguenza, pur soggetti a indagini, ne uscirono senza
conseguenze. La maggior parte di essi, però, dopo la dispersione del
gruppo, continuò a vivere ai margini della legge e alcuni finirono
comunque per cacciarsi in grossi guai. Per esempio, Lynette Fromme.
Lynette Fromme (in primo piano) in una foto di gruppo della "famiglia" di Manson
Lynette e altre tre ragazze della "famiglia"
La Fromme rappresenta un caso un po'
particolare nell'ambito della “famiglia” di Manson. A differenza
di quasi tutti gli altri adepti del guru satanista, non proveniva da
una realtà sociale degradata e non aveva alle spalle alcuna storia
di abbandono o abusi. Era nata il 22 ottobre 1948 in una famiglia
alto-borghese della California (il padre era un ingegnere
aeronautico) ed aveva concluso regolarmente le scuole superiori pur
avendo avuto qualche piccolo problema per l'uso di droghe negli
ultimi anni. Da bambina, aveva studiato danza in una scuola
prestigiosa e fatto parte di una compagnia chiamata Westchester
Lariats, che aveva ottenuto abbastanza successo da andare in tournée
in Europa e esibirsi alla Casa Bianca.
Lynette in un annuario scolastico
La serena esistenza borghese di Lynette
Fromme era terminata quando, in contrasto con il padre che la voleva
per forza all'università, se n'era andata di casa e si era messa a
fare la vagabonda, nel 1967. La vita on the road era più dura del
previsto e, quando incontrò casualmente Charles Manson, fu colpita
dal suo carisma e si unì al suo gruppo. Qui, le diedero il
soprannome che le sarebbe sempre rimasto, Squeaky (squittio,
stridulo), anche se esistono due versioni su come questo fu coniato.
Secondo una, in seguito a un suono che lei emise quando il
proprietario della fattoria che ospitava la comunità, George Spahn,
la toccò inavvertitamente; secondo un'altra, il soprannome le fu
dato da Manson stesso per i suoni che Lynette emetteva durante i
rapporti sessuali.
Durante il processo per le stragi del
1969, Lynette restò accampata fuori del tribunale insieme a quasi
tutti gli altri membri della “famiglia” che non erano stati
arrestati. Quando Manson e gli altri imputati si incisero una X sulla
fronte, fece lo stesso e approfittò delle non molte occasioni in cui
qualche giornalista provò a intervistarla per proclamare l'innocenza
di Manson e predicare la filosofia apocalittica di questo. Riuscì
comunque a farsi infliggere due lievi condanne, che le costarono due
brevi soggiorni in galera, una per aver cercato di intimidire dei
testimoni con delle minacce e l'altra per oltraggio alla Corte.
Lynette e altre ragazze della "famiglia" fuori del tribunale durante il processo a Manson
Tuttavia, Lynette, per la sua fedeltà
a Manson, finì per ritrovarsi coinvolta in un altro contesto
criminale, potenzialmente pericolosissimo. Manson, che aveva sempre
propagandato idee razziste, temeva di essere aggredito in carcere da
altri detenuti neri, specie quelli che si erano fatti musulmani per
seguire Malcolm X. Per questo, prese contatto con la Aryan
Brotherhood (Fratellanza Ariana), la principale e più violenta gang
di detenuti americani, responsabile di gran parte degli omicidi che
avvengono in carcere, anch'essa connotata da forti inclinazioni
razziste. Il patto era che Manson avrebbe fornito ragazze disinibite
e disponibili della sua “famiglia” ai membri della Fratellanza in
libertà e in cambio sarebbe stato protetto dai membri detenuti.
Lynette, insieme ad altre due ragazze, Nancy Pitman e Priscilla
Cooper, andarono a offrirsi a due membri della Fratellanza, Micahel
Monfort e James Craig. Questi erano spietati assassini e, appena si
presentò l'occasione, aggiunsero un altro atroce delitto al loro
curriculum.
Nell'estate del 1972, il nuovo gruppo,
vagabondando per la California e mantenendosi con i proventi di
rapine e altri furti, finì per stabilirsi accanto alla modesta casa
isolata dei coniugi James e Lauren Willett, che avevano avuto una
bambina da poco. Non si è mai accertato con esattezza cosa accadde,
ma nel settembre dello stesso anno i due furono uccisi. Forse Lauren
Willett morì solo perché, ubriaca o drogata, si prestò a un
tragico gioco di roulette russa, ma quello di James Willett è
sicuramente un omicidio premeditato, perché l'uomo fu costretto a
scavarsi la fossa da solo prima di essere sparato. Probabilmente, si
era reso conto che Monfort e Craig erano due banditi e stava per
andare a denunciarli.
La bambina, fortunatamente, fu
ritrovata viva e messa in un istituto, quando la vicenda venne
scoperta dalla polizia, nel novembre successivo.
Lynette fu arrestata per questo crimine
ma, dopo circa due mesi e mezzo, venne rilasciata perché riuscì a
dimostrare che, nel momento in cui si erano consumati i due delitti,
si trovava a Stockton, per visitare un altro membro della “famiglia”,
William Goucher, detenuto presso il locale carcere per rapina. Gli
altri 4 membri del gruppo furono tutti processati e condannati.
Quando Manson, dopo la condanna, fu
trasferito alla prigione di Folsom, Lynette andò a vivere, insieme
all'amica Sandra Good, in una casa fatiscente di Sacramento, per
stargli il più vicino possibile. Nel 1973 provò a scrivere un libro
sulla sua esperienza all'interno della “famiglia”: il
manoscritto, che comprendeva anche disegni e foto, arrivò a superare
le 600 pagine. Tuttavia, discutendone con altri membri del gruppo,
giunse alla conclusione che un simile documento sarebbe stato troppo
compromettente e abbandonò il progetto.
Lynette e Sandra Good
Nel 1975, in coincidenza con la data di
un concerto a Los Angeles nell'ambito di un tour dei Led Zeppelin,
Lynette cercò di prendere contatto con Jimmy Page per avvisarlo di
un ipotetico “pericolo” che correva e arrivò a parlare con un
dirigente della loro casa discografica, Danny Goldberg, che le
promise di recapitare il messaggio. Ma a Page non accadde nulla di
preoccupante, né allora né dopo.
Lynette e Sandra Good sembravano aver
sposato la causa dell'ecologia e in particolare della tutela delle
foreste di sequoie in California, che peroravano vestendosi di lunghe
tuniche con cappuccio, una (Lynette) rossa e l'altra (Sandra)
azzurra. Era anche questo un omaggio a Manson, che a volte chiamava
l'una “Red” per i capelli rossi e l'altra “Blue” per gli
occhi azzurri. Con l'obiettivo ufficiale di sensibilizzare il
presidente Gerald Ford sul tema delle sequoie, il 5 settembre 1975,
Lynette lo avvicinò al parco Capitol di Sacramento, durante la
preparazione di un evento ufficiale. Appena tirò fuori dalla veste
la Colt M1911 calibro 45 che teneva nascosta sotto la veste, l'agente
Larry Buendorf dei servizi segreti le si avventò addosso e la
disarmò. Subito dopo fu ammanettata e arrestata dai poliziotti
presenti.
Due immagini dell'arresto di Lynette
Al processo, Lynette rifiutò di
fornire la minima collaborazione. Mentre il procuratore Dwayne Keyes
la definiva “piena di odio e violenza” durante la sua
requisitoria, gli scagliò contro la mela che stava mangiando nella
gabbia degli imputati, facendogli volare via gli occhiali. Fu
condannata all'ergastolo.
Solo qualche anno dopo, nel 1980,
ammise di non aver avuto intenzione di uccidere Ford ma solo di
compiere un gesto dimostrativo. La prova di questo era che la pistola
era priva di otturatore e che l'otturatore era stato trovato sul
pavimento della stanza d'albergo in cui Lynette aveva dormito nella
notte tra il 4 e il 5 settembre.
Lynette fotografata durante gli interrogatori
La sua condotta in galera fu peraltro
pessima. Nel 1979 dovette essere trasferita da un carcere a un altro
per aver aggredito Julienne Busic, una ex attivista che denunciava le
violazioni dei diritti umani nella Jugoslavia di Tito ma era stata
condannata all'ergastolo per il dirottamento di un aereo. Nel 1987,
riuscì a evadere dal campo correzionale in Virginia presso cui era
stata spostata, ma fu ripresa dopo due giorni mentre cercava di
raggiungere la California nell'assurdo tentativo di incontrare ancora
Manson. Da allora, fu detenuta in Texas.
Il 14 agosto 2009, dopo una serie di
rinvii e di udienze con risultati negativi, è stata rilasciata in
libertà vigilata e si è trasferita a Marcy, vicino New York. Non ha
mai rinnegato nulla del suo terrificante passato, ma ormai è solo
una donna anziana e sola, che non può più nuocere a nessuno.
Lynette Fromme oggi
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